Il Campo Invernale, come per ogni campo, è il momento dove ognuno può mettersi alla prova per ciò che ha imparato nel tempo trascorso nelle settimane di attività in sede.
Io vi descriverò in che modo è stato vissuto il campo invernale 2015 dai membri della Compagnia Voyager II.
La partenza, devo dire, non è stata delle migliori, poiché per pochi secondi, abbiamo rischiato di mancare il treno che ci doveva portare a Roccalumera, ma fortunatamente il capo treno ha bloccato il convoglio in movimento, dandoci la possibilità di salire poco prima che partisse.
Non più di mezz'ora di viaggio e abbiamo raggiunto la stazione di Roccalumera.
Una volta a terra, zaini in spalla e abbiamo iniziato la lunga marcia (12 Km. circa) per raggiungere il luogo del campo, un casolare sito a Locadi frazione del comune di Pagliara (ME).
Le unità coinvolte nell'hike sono state la Compagnia e il Reparto guidati dal Capo Reparto e alcuni Raider dello staff di Branco.
Akela e i lupetti invece sono stati trasferiti con le macchine e hanno percorso a piedi solo l'ultimo chilometro.
Lungo il percorso abbiamo attraversato vari scenari; strade, borghi, scorci collinari e torrenti.
Camminando nel torrente, diversi episodi tragicomici, lanci di palle di neve e alcune cadute in acqua, hanno innalzato, in maniera esponenziale, l'umore del gruppo.
Appena arrivati, intorno alle 10.00, alla struttura fornitaci dall'amministrazione comunale di Pagliara per l'accantonamento, i compiti assegnati alla compagnia sono stati: l'animazione del fuoco di bivacco, e la realizzazione dell'alza/ammaina bandiera oltre ai normali turni per i servizi logistici.
Raccolti i materiali e le attrezzature, siamo scesi nella piazza del vicino paese (circa 5 Km. dal campo), per cominciare a valutare come meglio realizzare la struttura dell'alza/ammaina.
Dopo il sopralluogo siamo tornati al campo per il pranzo.
Le castagnole necessarie sono state messe a disposizione dal padre di un esploratore che ha provveduto anche a portarle in loco.
La piazza principale del paese è stata lo scenario in cui hanno avuto luogo la gran parte delle attività e tutti i cerimoniali soliti.
Abbiamo realizzato la struttura dell'alza/ammaina in poco meno di quattro ore, costruendo quattro pennoni separati, uno per ogni bandiera, tutti ci hanno fatto i loro complimenti.
Idem, per il fuoco che è stato acceso in tempi brevi e gestito dalla Compagnia molto bene, a detta dei presenti.
La prima notte, dopo una giornata ricca di numerose attività, è stata accolta con il massimo favore e la stanchezza ci ha consegnato nelle braccia di morfeo in men che non si dica.
Il giorno seguente, dopo le solite incombenze mattutine, abbiamo raggiunto nuovamente la piazza del paese per la cerimonia dell'alzabandiera e in seguito abbiamo fornito supporto alle attività del Branco e del Reparto.
Nel pomeriggio i nostri servizi sono stati richiesti dai raider responsabili della cucina, così ci siamo ritrovati a preparare la cena, ispirata ad alcune ricette fornite dal Capo Raid.
L'ultimo fuoco è stato sicuramente il migliore dei due e tra bans e giochi di ogni genere, i momenti di divertimento non sono mancati.
Dopo il fuoco, la veglia di Compagnia ha riscontrato un'ottima partecipazione e ognuno ha condiviso i suoi pensieri senza esitare.
Faccio una menzione speciale per tutti coloro i quali in questo campo hanno pronunciato la loro promessa entrando, per sempre, a far parte della grande famiglia degli scaut.
Amici, compagni, fratelli, uniti da un'emozione.
Giuseppe, Emiliano e Francesco, rispettivamente di 9, 15 e 20 anni.
Un caloroso saluto e al prossimo campo, buona caccia.
Rover - Alberto Rizzo
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